Tutto sulle creme solari

Tutto sulle creme solari

I rischi dell’esposizione solare

L’irradiazione luminosa è responsabile dell’attivazione di alcune  vitamine (vit.A, D),  dell’assorbimento di alcuni minerali (es.: calcio e iodio), dell’attivazione di neurotrasmettitori e composti che migliorano l’attività cerebrale (memoria, concentrazione, umore) ed aumentano le difese immunitarie. La luce solare può essere molto utile nella terapia di varie patologie dermatologiche (psoriasi, dermatite) e nel neonato aiuta a risolvere l’ittero.

È importante però saper dosare l’esposizione al sole perché, al di là di tutti i benefici che ci porta, i raggi solari possiedono una componente ultravioletta (UV) e hanno quindi anche effetti nocivi sulla pelle e possono causare danni a lungo e breve termine. I raggi UV si dividono in tre categorie a secondo della loro lunghezza d’onda: UVA  UVB e UVC.
I raggi ultravioletti sono quelli che raggiungono la Terra in quantità minore,ma non per questo sono meno importanti.

I raggi UV si classificano in UV-A, quelli con lunghezza d’onda maggiore e che hanno effetti ottimi sull’abbronzatura istantanea, ma non su quella duratura, penetrano in profondità provocando effetti dannosi a livello delle strutture cellulari e del DNA. Questi raggi producono radicali liberi che sono i maggiori responsabili dello stress ossidativo delle cellule e contribuiscono ad accelerare il processo di invecchiamento della pelle.

I raggi UV-B provocano le classiche scottature se si eccede con l'esposizione al sole, specie nelle pelli più delicate e, nei primi giorni di esposizione, possono essere i maggiori responsabili del danno strutturale al DNA delle cellule. Rappresentano di solito il 6% degli UV che raggiunge la superficie terrestre, hanno capacità di penetrazione inferiore rispetto ai raggi UV-A ma sono comunque deleteri in quanto possono aumentare l'insorgenza di tumori cutanei.

I raggi UV-C estremamente pericolosi e cancerogeni. La lunghezza d'onda va dai 200 ai 280 nm e in questo caso vengono "completamente" schermati dallo strato di ozono.

Quando ci esponiamo al Sole, alcune cellule della pelle (i melanociti) reagiscono solo agli UV e producono melanina, una proteina che protegge l'epidermide dalla radiazione ultravioletta stessa. E' proprio la melanina a rendere la pelle via via più scura generando l’abbronzatura


La protezione solare è estremamente importante per prevenire i danni causati dai raggi UV. I principali motivi per cui bisogna utilizzare le protezioni dai raggi solari sono:

  • Prevenzione dalle scottature ed eritemi: problemi cutanei direttamente collegati all’esposizione ai raggi UVB che possono causare dolore, rossore e desquamazione della pelle.
  • Prevenzione del cancro della pelle: l'esposizione ai raggi UVA-UVB è la principale causa di cancro della pelle. I trattamenti specifici aiutano a prevenire i danni solari che possono portare anche allo sviluppo di tumori della pelle.
  • Prevenzione dell' invecchiamento precoce: i raggi  UVA possono danneggiare la pelle e causare rughe, macchie scure e altri segni di invecchiamento.
  • Prevenzione irritazioni in soggetti ipersensibili: le persone con pelle sensibile o soggetta a irritazioni possono trarre particolare beneficio dalla protezione solare che aiuta a prevenire l’arrossamento, il prurito e l'infiammazione della pelle causata dai raggi solari.
  • Protezione della vista: anche gli occhi devono essere protetti dal sole per evitare l’insorgere di cataratta e altre patologie oculari.

 

I consigli per una corretta esposizione al sole

Ridurre le ore trascorse all’aperto non è sufficiente per essere certi di non subire danni derivanti dall’esposizione ai raggi solari, gli elementi da considerare sono anche la stagione, l’orario, la latitudine ed il fototipo. Circa la metà dei raggi UVB raggiunge la terra tra le 11 e le 15 e la loro massima intensità si registra nei periodi a cavallo del solstizio d’estate, pertanto è sempre meglio evitare quella fascia oraria nei mesi estivi. Soprattutto chi ha la pelle chiara (in particolare fototipi I e II, vedi in seguito) deve limitare la fotoesposizione all’ora di pranzo  perché possiede meno difese verso i raggi ultravioletti.

L’uso degli schermi solari è estremamente importante per limitare i danni da fotoesposizione. In più è consigliabile indossare un cappello per diminuire l’irraggiamento della testa e del viso ed utilizzare gli occhiali da sole per evitare danni oculari. Inoltre è bene ricordarsi che le creme solari vanno applicate anche sulle orecchie, se non sono riparate dai capelli. Anche l’uso di cosmetici e profumi deve essere evitato prima di esporsi al sole poiché possono contenere sostanze fototossiche o foto-allergizzanti, cioè sostanze che se associate all’esposizione solare causano dermatiti di varia entità.

L’alimentazione e l’integrazione come alleati dell’esposizione solare

Gli antiossidanti sono utili per contrastare l’azione dannosa del sole e favorire una buona abbronzatura: alimenti come verdura, frutta, pesce e cereali ne contengono in piccole dosi. Si può valutare di utilizzare gli integratori alimentari a base di antiossidanti in grado di contrastare anche i danni da radiazioni solari. 

Il beta carotene, Divenuto popolare per la sua frequente associazione con l’abbronzatura, è un elemento molto importante per il nostro organismo, utile a numerose funzioni e reperibile in piccole dosi  in molti frutti, nelle verdure a foglia verde, nelle patate dolci, zucca, albicocca, melone e naturalmente nelle carote! 

Impiegato nell’industria alimentare sotto forma di colorante, in quella farmaceutica come integratore e anche in quella cosmetica per la protezione della pelle, il betacarotene è in grado di offrire benefici a tutto l’organismo grazie alle sue numerose proprietà.


Il Betacarotene appartiene alla categoria dei carotenoidi, pigmenti vegetali liposolubili che rappresentano i precursori della vitamina A.

E’ anzitutto un ottimo antiossidante capace di contrastare l’insorgenza dei radicali liberi ed è una primaria fonte di vitamina A; può aiutare a prevenire le malattie cardiovascolari ed è considerato amico della pelle poiché protegge dai danni dei raggi UV  potenziando gli effetti dei prodotti utilizzati come schermi solari. Sembra inoltre essere d’aiuto nel trattamento delle infiammazioni della cute, dell’impetigine  e nella cicatrizzazione di piccole ferite. Non ultimo, viene utilizzato per il trattamento e la prevenzione dei tumori infatti, in quanto precursore della vitamina A, il betacarotene viene convertito in retinolo e acido retinoico che si rivelano essenziali per la corretta crescita delle cellule.
Esistono vari integratori a base di Betacarotene, noi consigliamo sempre di assumerlo in una soluzione di vitamina E in quanto è una molecola molto sensibile alla luce e all'ossigeno: disciolto in vitamina E il betacarotene mantiene le sue proprietà molto molto più a lungo rispetto ad un qualsiasi altro prodotto.

Oltre al betacarotene gli integratori usati per preparare la pelle all’abbronzatura contengono altre sostanze come Tè verde e Semi d'uva, Vitamine C e vitamina E, Niacina, L-tirosina, Luteina, Licopene, Zinco e Selenio che proteggono le cellule dallo stress ossidativo e contribuiscono a mantenere la pelle sana.

Che cos’è la fotoprotezione

La definizione di fotoprotezione è “la protezione della pelle dagli effetti dannosi dell’esposizione al sole attraverso l’applicazione di filtri”. Esistono molte preparazioni filtranti o schermanti a base di filtri fisici o chimici. I filtri fisici, conosciuti anche come inorganici, agiscono riflettendo e di conseguenza disperdendo i raggi solari, mentre i filtri chimici contengono molecole organiche complesse che assorbono l’energia della radiazione solare e la restituiscono sotto forma di calore.

Le sostanze fotoprotettive, che si assumono invece per bocca come ad esempio il betacarotene, si depositano nelle ghiandole sebacee e nel derma e neutralizzano i radicali liberi generati con l’esposizione ai raggi UV. Le sostanze fotoprotettive assunte per bocca non sostituiscono l’azione dei filtri.

Filtri solari

Filtri fisici

Si definiscono filtri fisici quei filtri capaci di riflettere e/o diffondere le radiazioni ultraviolette.I filtri fisici vengono anche chiamati filtri inorganici o insolubili. Si tratta, infatti, di molecole inorganiche (nel linguaggio chimico, significa che non presentano atomi di carbonio all'interno della loro struttura) e, più precisamente, di ossidi che - una volta applicati - si presentano in forma di particolato nano/micronizzato.

Con le modifiche al regolamento CE n.1223/2009 del 2009, attualmente, sono ammessi i seguenti filtri fisici all'interno dei prodotti solari:

  • Biossido di titanio (attualmento al centro di un dibattito circa la sua sicurezza)
  • Ossido di zinco

Il regolamento sui prodotti cosmetici determina anche la concentrazione massima di filtro che si può utilizzare nel prodotto finito e quali caratteristiche devono possedere le particelle, in particolare, quelle che si trovano in forma "nano" (diametro, solubilità, purezza, rivestimento, ecc.). Lo stesso regolamento, inoltre, specifica che questa tipologia di filtri non può essere utilizzata "nelle applicazioni che possano comportare un'esposizione dei polmoni dell'utilizzatore finale per inalazione" come ad esempio gli spray.

Filtri fisici: proprietà e vantaggi

I filtri fisici sono fotostabili (non subiscono variazioni molecolare esposti a radiazione luminosa), non reagiscono con i filtri chimici e vengono spesso usati in associazione a questi, anche ad elevate concentrazioni, determinando un effetto sinergico che permette di raggiungere valori molto elevati di SPF (- Fattore di Protezione solare, vedi in seguito).

Filtri fisici: aspetti negativi

Quando vengono applicati sulla pelle  i filtri fisici tendono a renderci "bianchi", da qui la dicitura “effetto fantasma”, poiché - oltre a riflettere i raggi UV - riflettono anche la luce visibile. L'utilizzo di nanoparticelle avrebbe dovuto risolvere il “problema”, o perlomeno ridurlo. L’utilizzo di nanoparticelle ha però suscitato alcuni dubbi circa la loro sicurezza, infatti alcuni studi hanno dimostrato che le nanoparticelle potrebbero essere assorbite dalla pelle causando diversi danni al derma. 

Filtri chimici

Si definiscono filtri chimici tutti quei filtri solari che assorbono le radiazioni UV attraverso lo stesso meccanismo d’azione della melanina, il pigmento endogeno responsabile dell'abbronzatura.

I filtri chimici assorbono i raggi UV e rilasciano la loro energia sotto forma di calore o di altre energie non dannose per la cute

I filtri chimici sono definiti "filtri organici" poichè utilizzano molecole a base di carbonio; non producono il sopracitato “effetto fantasma” quando vengono applicati non riflettendo i raggi solari

I filtri solari chimici autorizzati  per l'utilizzo all'interno di prodotti cosmetici sono diversi e possono essere suddivisi in due categorie:

  • Filtri chimici UV-A
  • Filtri chimici UV-B

L'elenco di tutti i filtri chimici il cui impiego è ammesso nella preparazione di prodotti cosmetici - quindi di prodotti solari - è riportato nell'allegato VI del regolamento CE n.1223/2009 del 30 novembre 2009 e successive modifiche.

 

Che cos’è il fattore di protezione solare

SPF, acronimo di Sun Protection Factor, è il fattore di protezione solare,che esprime in forma numerica la capacità protettiva di un prodotto nei confronti delle radiazioni solari dannose. Perchè il prodotto applicato funzioni correttamente bisogna considerare la quantità di prodotto che si applica: “la quantità stabilita dal metodo di determinazione dell’SPF, 2 mg/cm2, corrisponde a circa 36 g (pari a 6 cucchiaini da tè) per il corpo di un adulto”.

Il valore SPF dovrebbe sempre essere maggiore o uguale a 15: creme con valore inferiore schermano una percentuale di raggi UVB inferiore al 93% e quindi non sufficiente e garantire una buona protezione, vi riportiamo di seguito la relative voci:

6 < 90 %

15 –>93 %

30 –>97 %

50 –>98 %

I Fototipi

Il fototipo di un individuo è una classificazione utilizzata in dermatologia che indica la risposta della pelle all'esposizione solare e il tipo di abbronzatura che si può ottenere. Il fototipo è direttamente proporzionale alla quantità melanina presente nella pelle in condizioni basali, ovvero prima dell’esposizione al sole.

Per preservare la salute della pelle e per comportarsi correttamente durante l'esposizione alla luce solare conoscere il proprio fototipo è il punto di partenza fondamentale.
Sono riconosciuti sei fototipi, determinati in funzione della carnagione, del colore dei capelli, della presenza o meno di lentiggini, della capacità dell'individuo di abbronzarsi.

Come detto precedentemente la pelle di ogni individuo contiene di base una certa quantità di melanina, la sostanza responsabile dell'abbronzatura: a seconda di questa quantità si definiscono i sei fototipi:

  • fototipo I: pelle chiara, capelli rossi, fortemente soggetto a scottature e restio all’abbronzatura, lentiggini molto numerose;
  • fototipo II: pelle chiara, capelli biondi, soggetto a scottature si abbronza poco.
  • fototipo III: ha un pelle chiara ma non eccessivamente, capelli biondo scuro/castano, può scottarsi ma non facilmente come i primi due fototipi, ottiene un’abbronzatura costante ma non troppo pronunciata.
  • fototipo IV: pelle olivastra, si scotta raramente, ottiene un’abbronzatura piuttosto scura, nessuna lentiggine
  • fototipo V: pelle scura, non si scotta quasi mai, ottiene un’abbronzatura molto scura
  • fototipo VI: pelle nera, non si scotta quasi mai, non si percepisce l’abbronzatura.

Attenzione ai bambini: a parità di fototipo hanno una pelle più sensibile al sole, per cui hanno sempre bisogno di essere protetti con creme solari a fattore protettivo (SPF) più alto rispetto a un adulto.


La scelta dei solari


La scelta della protezione solare per adulti e bambini dipende da diversi fattori, non solo dal tipo di pelle e dal fototipo ma anche dall'età e dalla sensibilità ai filtri e ad altre componenti dei prodotti. Ecco i nostri  consigli per scegliere il trattamento più adatto alle esigenze di ciascun individuo:

  • Fattore di protezione solare (SPF) adeguato: innanzitutto consigliamo di utilizzare il prodotto solare con SPF adatto al vostro fototipo per le prime esposizioni per poi scalare dopo aver ottenuto un sufficiente sviluppo di melanina e quindi di abbronzatura.
    Per i fototipi 4-5-6 , un SPF 30 è sufficiente per proteggere la pelle dai danni del sole. Le persone con pelle chiara, occhi chiari o capelli biondi, o che hanno una maggiore sensibilità al sole (fototipi 1-2-3), hanno bisogno di un SPF più alto, fino a 50 o schermo totale.
  • Protezione solare a largo spettro: i prodotti a largo spettro proteggono la pelle sia dai raggi UVB che dai raggi UVA, trovate la dicitura sull’etichetta dei prodotti.
  • Protezione waterproof: se si prevede di fare attività all'aperto o di andare in piscina o al mare, è importante scegliere una protezione solare resistente all'acqua, con applicazioni da effettuare ogni due ore.
  • Scegli in base all’età: le protezioni solari per bambini devono delicate e adatte alla pelle sensibile dei bambini, sconsigliamo di applicare sui bambini un prodotto generico
  • Assenza di sostanze chimiche dannose: alcune protezioni solari contengono sostanze che possono essere dannose per la salute umana o per l'ambiente. Le 3 componenti che dovrebbero essere evitate sono:
    - L’avobenzone è utilizzato all’interno di rossetti, creme, prodotti solari e altri cosmetici, ed è in grado di assorbire i raggi ultravioletti in un’ampia gamma di lunghezze d’onda. Ma, essendo un ingrediente solubile, quando l’avobenzone entra in contatto con l’acqua (anche nel caso di pelle umida) forma dei composti organici tossici per l’organismo (come acidi aromatici, aldeidi, fenoli e acetil benzeni).
    - L’oxybenzone è stato dimostrato che l’oxybenzone ha un’elevata capacità di penetrare nella cute, stimolando la produzione di radicali liberi, potenziali cause di tumori, e comportando anche alterazioni al sistema endocrino. L’applicazione di prodotti contenenti questo ingrediente è assolutamente sconsigliata.
    -L’octocrylene è un filtro solare che fornisce protezione dalle radiazioni UVB e UVA corte. Sembra essere, però, un forte allergene che comporta dermatite da contatto nei bambini e soprattutto dermatite da contatto fotoallergica negli adulti. Inoltre sembra che l‘octocrylene venga facilmente assorbito dalla pelle.
  • In linea generale, è importante cospargere la protezione su tutto il corpo e il viso, in particolare nelle zone più delicate, almeno 15 minuti prima dell'esposizione al sole e riapplicarla ogni due ore o dopo il nuoto o il sudore e di evitare l'esposizione al sole nelle ore più calde della giornata.
  • Consigliamo infine di rivolgersi a professionisti che possano consigliarvi il prodotto più adatto alle vostre esigenze e che sappiano quindi interpretare correttamente le componenti presenti in etichetta. Purtroppo il mercato è saturo di prodotti scadenti che potrebbero provocare “sorprese indesiderate”

Conclusione


Il tema della fotoprotezione è diventato rilevante e ha portato a cambiamenti nelle abitudini della popolazione; inoltre è aumentato l'interesse nel combattere l'invecchiamento, in particolare il fotoinvecchiamento. Le strategie fotoprotettive per prevenire e trattare il fotoinvecchiamento e la fotocarcinogenesi includono agenti topici e sistemici che fungono da filtri solari e contrastano gli effetti delle radiazioni UV sul DNA, l’equilibrio antiossidante cellulare, le vie di trasduzione del segnale, l’immunità e la matrice extracellulare. Molti di questi agenti sono fitochimici, come i polifenoli.

La prevenzione contro gli effetti nocivi del sole richiede l'implementazione di misure protettive, poiché l'uso dei soli filtri solari non è sufficiente. Queste misure includono campagne di educazione pubblica che promuovono comportamenti sistematici di protezione solare, come limitare l'esposizione durante i periodi di picco delle radiazioni UV, indossare indumenti protettivi e applicare regolarmente i filtri solari. È inoltre consigliato ridurre al minimo le scottature, evitare i lettini abbronzanti e indossare occhiali da sole per prevenire danni agli occhi. Queste strategie dovrebbero essere adottate fin dall'infanzia, poiché i danni causati dal sole sulla pelle sono cumulativi e le abitudini di prevenzione sanitaria sono più facili da acquisire durante l'infanzia.

Infine, sono necessari interventi informativi da parte delle istituzioni per sensibilizzare la popolazione sulla fotoprotezione, soprattutto tra coloro che sono più a rischio per motivi occupazionali (lavoro all'aperto) o a causa dell'uso di farmaci fotosensibilizzanti (antiipertensivi, antibiotici, chemioterapie tradizionali e nuove terapie target).

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